ric@giccs.georgetown.eduQuesto documento fa ora parte del Linux HOWTO Index e può essere trovato all'indirizzo http://sunsite.unc.edu/LDP/HOWTO/mini/Xterm-Title.html.
L'ultima versione può sempre essere trovata in diversi formati all'indirizzo http://www.giccs.georgetown.edu/~ric/howto/Xterm-Title/.
Questo documento prende il posto dell'howto originario scritto da Winfried Trümper.
Può essere impostato un titolo statico per qualsiasi terminale
xterm, color-xterm o rxvt utilizzando le opzioni
di riga di comando (switch) -T e -n:
xterm -T "Il proprio Titolo della XTerm" -n "Il proprio Titolo dell'Icona
della XTerm"
Molte persone ritengono utile impostare il titolo di un terminale affinché rifletta informazioni dinamiche, ad esempio il nome dell'host a cui è collegato l'utente, l'attuale directory di lavoro, ecc.
I titoli della finestra e dell'icona di una xterm in esecuzione possono essere modificati utilizzando le sequenze di escape Xterm. Al riguardo sono utili le seguenti sequenze:
ESC]0;stringaBEL -- Imposta il nome
dell'icona e il titolo della finestra a stringaESC]1;stringaBEL -- Imposta il nome
dell'icona a stringaESC]2;stringaBEL -- Imposta il titolo della
finestra a stringadove ESC è il carattere escape (\033) e BEL è
il carattere bell (\007).
La riproduzione di una di queste sequenze entro la xterm provoca la modifica del titolo della finestra o dell'icona.
Nota: queste sequenze si applicano alla maggior parte dei
derivati xterm, ad esempio nxterm, color-xterm e
rxvt. Altri tipi di terminale spesso usano sequenze di escape
diverse; si veda l'appendice per degli esempi. Per la lista completa
delle sequenze di escape xterm si veda il file
ctlseq2.txt,
incluso nella distribuzione xterm, oppure
xterm.seq fornito con la distribuzione
rxvt.
Per le informazioni che rimangono costanti per tutta la durata della vita della shell, ad esempio l'host e lo username, basterà semplicemente fare l'echo della stringa di escape nel file rc della shell:
echo -n "\033]0;${USER}@${HOST}\007"
dovrebbe produrre un titolo del tipo username@hostname assumendo
che le variabili della shell $USER e $HOST siano
impostate correttamente. Le opzioni necessarie al comando
echo possono variare da shell a shell (si vedano gli esempi
che seguono).
Per le informazioni che possono cambiare durante il corso della vita della shell, ad esempio l'attuale directory di lavoro, è necessario applicare queste sequenze ogniqualvolta il prompt cambia. In questo modo la stringa viene aggiornata con ogni comando che si immette e può tenere traccia di informazioni tipo l'attuale directory di lavoro, lo username, l'hostname ecc. A questo scopo, alcune shell mettono a disposizione delle funzioni speciali, altre no e si devono inserire le sequenze del titolo direttamente nella stringa del prompt. Ciò è chiarito nella prossima sezione.
Di seguito forniamo una serie di esempi per alcune delle shell più comuni.
Iniziamo con la zsh dato che fornisce parecchie facilitazioni
che rendono più agevole il nostro lavoro. Proseguiremo poi attraverso
esempi di difficoltà crescente.
In tutti gli esempi esaminiamo la variabile di ambiente $TERM
per assicurarci di applicare le sequenze di escape solo alle
xterm. Verifichiamo che $TERM=xterm*; la ragione della presenza del
metacarattere è che alcune varianti (ad esempio rxvt) possono impostare
$TERM=xterm-color.
È necessario fare una osservazione aggiuntiva sui derivati delle
shell C, tipo tcsh e csh. Nelle shell C, le variabili
indefinite provocano un errore fatale (fatal error). Perciò prima di
esaminare la variabile $TERM è necessario verificare la sua
esistenza così da non interrompere shell non interattive. Per ottenere
ciò è necessario includere gli esempi sottostanti in qualcosa tipo:
if ($?TERM) then
...
endif
(A nostro avviso questa è proprio una delle molte ragioni per non
usare le shell C. Si veda
Csh Programming Considered Harmful
per una discussione proficua).
Gli esempi che seguono dovrebbero essere utilizzati inserendoli nell'apposito
file di inizializzazione della shell; cioè un file di cui le shell
interattive fanno il source all'avvio. Nella maggior parte dei casi il
nome del file è qualcosa tipo
.shellrc (per esempio .zshrc,
.tcshrc, ecc).
La zsh fornisce alcune funzioni ed espansioni che utilizzeremo:
precmd () funzione che viene eseguita appena prima di ogni prompt
chpwd () funzione che viene eseguita ogniqualvolta la directory
viene modificata
\e sequenza di escape per escape (ESC)
\a sequenza di escape per bell (BEL)
%n viene espansa in $USERNAME
%m viene espansa nell'hostname fino al primo '.'
%~ viene espansa nella directory, sostituendo $HOME con '~'
Sono disponibili molte altre espansioni: si veda la pagina di manuale
zshmisc.
Quanto segue imposta perciò il titolo della xterm a:
"username@hostname: directory":
case $TERM in
xterm*)
precmd () {print -Pn "\e]0;%n@%m: %~\a"}
;;
esac
Ciò potrebbe anche essere ottenuto utilizzando chpwd() al
posto di precmd(). La primitiva print si comporta
come echo, ma ci dà la possibilità di usare le sequenze di
escape del prompt %.
La tcsh ha delle funzioni ed espansioni simili a quelle della
zsh:
precmd () funzione che viene eseguita appena prima di ogni prompt
cwdcmd () funzione che viene eseguita ogniqualvolta la directory
viene modificata
%n viene espansa in username
%m viene espansa in hostname
%~ viene espansa nella directory, sostituendo $HOME con '~'
%# viene espansa in '>' per gli utenti normali,'#' per gli
utenti root
%{...%} include una stringa sotto forma di sequenza di escape
costante
Sfortunatamente non c'è un comando equivalente al comando print della
zsh che permetta di usare le sequenze di escape del prompt
nella stringa del titolo, perciò la cosa migliore che si possa fare è
utilizzare le variabili della shell (in ~/.tcshrc):
switch ($TERM)
case "xterm*":
alias precmd 'echo -n "\033]0;${HOST}:$cwd\007"'
breaksw
endsw
In ogni modo ciò fornisce l'intero percorso della directory al posto
di far uso di ~. In alternativa si può inserire la stringa nel prompt:
switch ($TERM)
case "xterm*":
set prompt="%{\033]0;%n@%m:%~\007%}tcsh%# "
breaksw
default:
set prompt="tcsh%# "
breaksw
endsw
che imposta un prompt pari a "tcsh% " ed un titolo di xterm e
icona pari a
"username@hostname:directory". Si noti
che "%{...%}" deve contenere sequenze di escape (e
non può essere l'ultima voce nel prompt: si veda la pagina di manuale
tcsh per i dettagli).
La bash mette a disposizione una variabile
$PROMPT_COMMAND che contiene un comando da eseguirsi prima
del prompt. Questo esempio imposta il titolo a
"username@hostname: directory":
PROMPT_COMMAND='echo -ne "\033]0;${USER}@${HOSTNAME}: ${PWD}\007"'
dove \033 è il codice carattere per ESC e
\007 quello per BEL.
Si noti che qui è importante l'uso delle virgolette: le variabili
vengono sviluppate, espanse se sono tra "..." e non vengono
espanse se sono tra '...'. Perciò
$PROMPT_COMMAND è impostata ad un valore non espanso, ma le
variabili poste all'interno delle "..." vengono espanse nel
momento in cui $PROMPT_COMMAND viene utilizzata.
In ogni caso, $PWD produce l'intero percorso della
directory. Se si vuole usare la forma abbreviata ~, si deve
includere la stringa di escape nel prompt, il che permette di
trarre vantaggio dalle seguenti espansioni del prompt, fornite dalla
shell:
\u viene espansa in $USERNAME
\h viene espansa in hostname fino al primo '.'
\w viene espansa in directory, sostituendo $HOME with '~'
\$ viene espansa in '$' per gli utenti normali, '#' per root
\[...\] include una sequenza di caratteri non stampabili
Perciò, quanto segue produce un prompt bash$ e un titolo di
xterm "username@hostname: directory":
case $TERM in
xterm*)
PS1="\[\033]0;\u@\h: \w\007\]bash\\$ "
;;
*)
PS1="bash\\$ "
;;
esac
Si noti l'uso di \[...\], che dice alla bash di
ignorare i caratteri di controllo non stampabili nel calcolo della
lunghezza del prompt. Diversamente i comandi per l'editor di linea
si confonderebbero nel posizionare il cursore.
La ksh fornisce poco dal punto di vista delle funzioni ed
espansioni, perciò si deve inserire la stringa di escape nel prompt
affinché venga aggiornata dinamicamente. Questo esempio produce un
titolo username@hostname: directory e un prompt ksh$ .
case $TERM in
xterm*)
HOST=`hostname`
PS1='^[]0;${USER}@${HOST}: ${PWD}^Gksh$ '
;;
*)
PS1='ksh$ '
;;
esac
Ad ogni modo, $PWD fornisce l'intero percorso della
directory. Si può rimuovere il prefisso $HOME/ dalla
directory usando il costrutto ${...##...}. Si può anche usare
${...%%...} per troncare l'hostname:
HOST=`hostname`
HOST=${HOST%%.*}
PS1='^[]0;${USER}@${HOST}: ${PWD##${HOME}/}^Gksh$ '
Si noti che, nella stringa del prompt, ^[ e ^G sono
singoli caratteri per ESC e BEL (possono essere
inseriti in emacs utilizzando C-q ESC e C-q C-g).
Tutto ciò è davvero molto difficile in csh e si finisce per
fare qualcosa del tipo:
switch ($TERM)
case "xterm*":
set host=`hostname`
alias cd 'cd \!*; echo -n "^[]0;${user}@${host}: ${cwd}^Gcsh% "'
breaksw
default:
set prompt='csh% '
breaksw
endsw
dove si è dovuto definire un alias per il comando cd per
svolgere la funzione di invio delle sequenze di escape. Si noti che,
nella stringa del prompt, ^[ e ^G sono singoli
caratteri per ESC e BEL (possono essere inseriti in
emacs utilizzando C-q ESC e C-q C-g).
Note: su alcuni sistemi si può utilizzare hostname -s per
ottenere un hostname breve anziché interamente specificato. Alcuni utenti,
con collegamenti simbolici a directory, possono scoprire che
`pwd` (apici per eseguire il comando pwd) fornisce un
percorso più accurato di $cwd.
Spesso un utente avvia un job in primo piano (in foreground) di lunga
durata tipo top, un editor, un client email, ecc e desidera
che il nome del job sia mostrato nel titolo. Questo è un problema più
spinoso e si risolve facilmente solo nella zsh.
La zsh fornisce una funzione primitiva ideale per questo scopo:
preexec() funzione che viene eseguita esattamente prima che un
comando venga eseguito
$*,$1,... argomenti passati a preexec()
Perciò si può inserire nel titolo il nome del job nel seguente modo:
case $TERM in
xterm*)
preexec () {
print -Pn "\e]0;$*\a"
}
;;
esac
Nota: la funzione preexec() è apparsa attorno alla versione
3.1.2 della zsh, perciò una versione precedente dovrà
essere aggiornata.
Ciò non è facile con altre shell che sono prive di una funzione
equivalente alla preexec(). Se qualcuno dispone di esempi per
favore li spedisca all'autore.
Molti terminali moderni sono discendenti di xterm o rxvt
e supportano le sequenze di escape che abbiamo utilizzato fino a
questo punto. Alcuni terminali proprietari forniti con tipi diversi
di unix usano le proprie sequenze di escape.
aixterm
aixterm riconosce le sequenze di escape xterm.
wsh, xwsh e winterm
Questi terminali impostano $TERM=iris-ansi e usano i seguenti
escape:
ESCP1.ystringaESC\ Imposta il titolo della finestra a stringaESCP3.ystringaESC\ Imposta il titolo dell'icona a stringaxwsh si veda la pagina di
manuale xwsh(1G).
I terminali Irix supportano gli escape xterm per impostare
separatamente il titolo della finestra e il titolo dell'icona ma non
l'escape per impostare entrambi.
cmdtool e shelltool
cmdtool e shelltool impostano entrambi
$TERM=sun-cmd e usano i seguenti escape:
ESC]lstringaESC\ Imposta il titolo della finestra a stringaESC]LstringaESC\ Imposta il titolo dell'icona a stringadtterm
dtterm imposta $TERM=dtterm e sembra riconoscere sia
le sequenze di escape xterm standard che le
sequenze di escape cmdtool della Sun
(verificato su Solaris 2.5.1, Digital Unix 4.0, HP-UX 10.20).
hpterm imposta $TERM=hpterm e utilizza i seguenti
escape:
ESC&f0klunghezzaDstringa Imposta il
titolo della finestra a stringa di lunghezza lunghezzaESC&f-1klunghezzaDstringa Imposta il
titolo dell'icona a stringa di lunghezza lunghezzaUn programma C base per calcolare la lunghezza e fare l'echo della stringa può essere questo:
#include <string.h>
int main(int argc, char *argv[])
{
printf("\033&f0k%dD%s", strlen(argv[1]), argv[1]);
printf("\033&f-1k%dD%s", strlen(argv[1]), argv[1]);
return(0);
}
Possiamo scrivere uno shell-script simile utilizzando l'espansione
${#stringa}
(zsh, bash, ksh) o l'espansione ${%stringa}
(tcsh) per trovare la lunghezza della stringa. Quanto
segue è per zsh:
case $TERM in
hpterm)
str="\e]0;%n@%m: %~\a"
precmd () {print -Pn "\e&f0k${#str}D${str}"}
precmd () {print -Pn "\e&f-1k${#str}D${str}"}
;;
esac
Può essere utile scrivere un piccolo programma per stampare un
argomento nel titolo utilizzando gli escape xterm.
Sotto è fornito qualche esempio.
#include <stdio.h>
int main (int argc, char *argv[]) {
printf("%c]0;%s%c", '\033', argv[1], '\007');
return(0);
}
#!/usr/bin/perl
print "\033]0;@ARGV\007";
Un ringraziamento alle seguenti persone che hanno fornito consigli, errata corrige ed esempi per questo documento.
Paul D. Smith <psmith@BayNetworks.COM> e
Christophe Martin <cmartin@ipnl.in2p3.fr>
hanno entrambi fatto notare che avevo le virgolette nel modo sbagliato
nella $PROMPT_COMMAND della bash. Averle capite
esattamente significa che le variabili vengono espanse dinamicamente.
Paul D. Smith <psmith@BayNetworks.COM>
ha suggerito l'uso di \[...\] nel prompt della bash
per includere caratteri non stampabili.
Christophe Martin <cmartin@ipnl.in2p3.fr>
ha provveduto alla soluzione per ksh.
Keith Turner <keith@silvaco.com>
ha fornito le sequenze di escape per cmdtool e
shelltool della Sun.
Jean-Albert Ferrez <ferrez@dma.epfl.ch>
ha messo in evidenza alcune incoerenze nell'uso di "PWD"
e "$PWD" e nell'uso di "\" in opposizione a "\\".
Bob Ellison <papillo@hpellis.fc.hp.com> e
Jim Searle <jims@broadcom.com> hanno verificato
dtterm su HP-UX.
Teng-Fong Seak <seak@drfc.cad.cea.fr> ha suggerito
l'opzione -s per hostname, l'uso di
`pwd` e l'uso di echo nella csh.
Trilia <trilia@nmia.com> ha suggerito gli esempi in altri
linguaggi.
Brian Miller <bmiller@telstra.com.au> ha fornito le
sequenze di escape e gli esempi per hpterm.
Lenny Mastrototaro <lenny@click3x.com> ha spiegato
l'uso nei terminali Irix delle sequenze di escape xterm.
Paolo Supino <paolo@init.co.il> ha suggerito l'uso di
\\$ nel prompt della bash.